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Immagine del redattoreFrancesco Favano

“Brown Sugar” è stato il disco del mese di febbraio

Per l’appuntamento con “il disco del mese” in Soul Collection, in febbraio abbiamo ascoltato l’album di D’Angelo, Brown Sugar.



Dopo il new-jack swing di fine anni ‘80 / primi anni ‘90 (sottogenere della black-music consistente nella fusione tra l’R&B, l’hip-hop, i suoni e i beat sintetizzati), alcuni artisti come Meshell Ndegeocello, i Mint Condition, Joi e i Tony!Toni!Tonè! cercavano di stabilire un punto di contatto tra tradizione soul-funky e nuovi suoni urban hip-hop. Se album come “Plantation Lullabies”, “From The Mint Factory”, “The Pendulum Vibe” e “Sons Of Soul" (rispettivamente dei 4 artisti citati) stavano gettando le basi per un nuovo linguaggio soul, D’Angelo ha affinato al meglio queste nuove idee con il suo album di debutto intitolato “Brown Sugar”, che abbiamo scelto come disco del mese per Soul Collection.


All’anagrafe Michael Eugene Archer, classe 1974, polistrumentista, l’artista di Richmond trae ispirazione da istituzioni come Prince, Curtis Mayfield, Stevie Wonder e Al Green e con questo suo debutto lascia trasparire il suo amore per la tradizione soul proiettandola in una dimensione inedita. Strumenti come il piano Rhodes, organo, basso e chitarre jazzate si amalgamano alla perfezione con le nuove tendenze e beat hip-hop. Ne abbiamo chiara dimostrazione ascoltando la title-track, che si avvale della co-produzione di Ali Shaheed Muhammad degli A Tribe Called Quest, oltre che di una drum-machine morbida e ipnotica e impeccabili soli tastieristici di D’Angelo. Tra le altre tracce degne di nota come non citare “Alright” e la gioiosa e positiva “Me And Those Dreaming Eyes Of Mine”, impreziosita da briosi arpeggi chitarristici jazzati.


“Sh*t, D*mn, Mutherf*cker” è una storia di tradimento sentimentale con successivo omicidio supportata da un notevole arrangiamento jazzy e bluesy, ma c’è anche spazio per un’ineccepibile cover, quella di “Cruisin”, classico di Smokey Robinson, con tanto di scintillante e vellutato arrangiamento orchestrale. Più swingante “When We Get By”, “Lady”, altro singolo portante del disco, invece trae linfa dalla produzione di Raphael Saadiq, qui presente con alcuni dei suoi Tony!Toni!Tonè! .



“Brown Sugar” entrerà nella classifica Billboard al numero 22, ottenendo anche 4 Grammy e la certificazione platino a un anno dalla sua pubblicazione. Il disco riceverà varie recensioni entusiastiche e tuttora viene considerato come un lavoro pioniere del neo-soul, un nuovo filone della black-music nel quale si aggiungeranno anche artisti di grande caratura come Maxwell, Erykah Badu, Lauryn Hill, tra gli altri, ed eserciterà una rilevante influenza in molti nomi negli anni a venire. Dopo questo lavoro seguirà il superlativo “Voodoo”, opera in cui il neo-soul, inaugurato con il disco precedente, raggiungerà la sua maturazione ed evoluzione, forte anche della presenza del team di alcuni dei Soulquarians come Questlove dei The Roots, Raphael Saadiq, Pino Palladino, Roy Hargrove, tra gli altri.


Ci vorranno altri 14 anni perchè D’Angelo torni ad esprimere la sua creatività con il terzo album intitolato “Black Messiah”, lavoro a tratti influenzato dal rock, dal jazz e dalla psichedelia. L’artista di Richmond prende sempre lunghi lassi di tempo tra una pubblicazione e l’altra, ma il risultato è sempre soddisfacente. Alla fine ogni parola per descrivere il grande spessore artistico di “Brown Sugar” è superflua, l’unica cosa che possiamo fare e lasciarci trasportare dai suoi suoni caldi e dalla voce di D’Angelo, grazie ai suoi falsetti e alle sue sonorità che ci rimandano ai grandi artisti soul del passato, oltre che al perfetto ponte tra tradizione e modernità che questo disco riesce a creare, continuando a essere col tempo un’opera sempre attuale e di grande impatto.


Soul Collection Playlist:

1) Brown Sugar

2) Lady

3) Cruisin’

4) Me And Those Dreamin’ Eyes Of Mine

 









 

 

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