Ce lo racconta Frank Dee, a suo modo
Chi ha visto “L’uomo in Bemolle”, il documentario dedicato alla figura di Franco Cerri, avrà avuto modo di constatare che l’uomo era stimatissimo da una serie di musicisti importanti, incluso George Benson.
E non solo per la musica: era una brava persona, e posso confermarlo, avendolo conosciuto. Benson, secondo il film, aveva un legame di amicizia molto stretto con quello che reputava “a highly respected musician”, e la cosa mi è rimasta impressa.
George Benson, classe 1943, è stato scoperto dal sottoscritto – e immagino da tanti altri intorno alla mia età – con il singolo “Give Me the Night”, pubblicato nell’estate del 1980, e anticipazione di un album straordinario dal titolo omonimo prodotto da Quincy Jones: la generazione di Videomusic vedeva girare questo videoclip con il cantante che andava in giro con i pattini a rotelle suonando una chitarra magnifica, e osservando scene di svago in un tramonto losangelino.
La canzone rapisce grazie a un connubio di jazz e ritmi ballabili leggermente ‘disco’, tipici dell’epoca fine ‘70/ primi ’80, ed ha un suono inequivocabilmente americano: grande hit radiofonica ma non solo, mi piacque da subito molto, ed è ancora uno dei brani che preferisco di quell’epoca – grazie anche all’assolo di chitarra e ‘scat’ che dà al contempo la cifra del musicista che la esegue.
Ma George iniziò la sua carriera discografica addirittura nel 1954, incidendo quattro brani per la Groove Records, piccola etichetta statunitense sussidiaria della RCA, che ospitò anche incisioni di Arthur “Big Boy” Crudup, King Curtis e altri.
Di questi, solo due vennero pubblicati ufficialmente su 45 giri: bisognerà aspettare una decina d’anni, tuttavia, per avere le incisioni di un George Benson adulto e innamorato del jazz. “The New Boss Guitar”, il suo primo album, uscì infatti nel 1964, e da allora non si è più fermato, passando attraverso alcuni momenti da ricordare della sua carriera, tipo la sua versione di “On Broadway” –
canzone inizialmente pubblicata nel 1962 dalle Crystals e scritta da un team di compositori che vide anche la presenza dei famosi Leiber & Stoller. Dopo fu la volta dei Drifters, nel 1963, che ne fecero una versione differente, ma fu nel 1978 che questa canzone divenne un classico maiuscolo grazie alla resa di Benson, pubblicata sull’album dal vivo “Weekend in L.A.” – anzi, la sua versione ha notevolmente prolungato la vita di questa canzone, rendendola di fatto un suo classico nei live.
Nel 2013 il suo bel album “Inspiration: a tribute to Nat King Cole” lo ha portato ancora all’attenzione della critica, che gli tributò omaggi e onorificenze varie.
George è anche testimone di Geova: se una domenica mattina dovesse citofonarvi per parlarvi della vita e altre cose simili, non mandatelo via, accoglietelo, dategli una carezza e offritegli un tè caldo con i vostri migliori auguri, poiché oggi, 22 marzo, Mr. George Benson ne compie 81: Auguri George!
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