La traccia “Planet Nine” da questa settimana in rotazione a Soul Collection.
Fonte: soulandjazzandfunk.com
L'acclamato cantante jazz soul José James ha pubblicato lo scorso 5 aprile, il suo atteso nuovo album, "1978". Si tratta del suo dodicesimo long player ed è stato segnalato già a novembre, quando José ha pubblicato il singolo "38th & Chicago". La canzone prende il nome dall'incrocio della città natale di James, Minneapolis, dove George Floyd fu tragicamente assassinato nel 2020. Si tratta di un brano profondo, socialmente consapevole e ricco di soul che esplora la fede, il dolore e la perseveranza di fronte alla brutalità della polizia nei confronti della comunità (principalmente) nera.
L'uscita di questo disco è stata seguita a gennaio da un altro singolo, "Saturday Night (Need You Now)", trasmesso in Soul Collection, che proponeva qualcosa di molto diverso. Come "38th", si trattava di un brano jazz con un sottofondo soul, ma ottimista - un pezzo up-tempo, adatto ai club, che secondo il team di José era una sorta di omaggio ai suoi eroi musicali Marvin Gaye, Quincy Jones e Michael Jackson.
Nel contesto dell'album, entrambi i brani sono ancora efficaci e rappresentano gli estremi umorali, sonori e lirici del set. La traccia d'apertura, "Let's Get It", è insistente e, sebbene non abbia nulla a che vedere con "Let's Get It On", visto quanto abbiamo appreso, il legame con Gaye è evidente. È sensuale e soul. La lunga ed eterea "Isis and Osiris" è un'altra storia romantica, mentre la spaziale "Planet Nine" è abilmente up-tempo. Idem per "Black Orpheus", che fa scuotere la testa e i piedi.
Le cose si fanno più profonde quando il rapper belga Baloji si unisce a James a metà di "Dark Side of the Sun", mentre la cantante brasiliana Xenia França aggiunge la sua voce a "Place of Worship". Ancora più profonda è la cupa "For Trayvon", che presumiamo sia stata ispirata dall'omicidio del diciassettenne Trayvon Martin nel 2012.
In questo conciso album di 9 brani si possono ascoltare cose profondamente personali, intime e seducenti, canzoni con una mentalità sociale e un messaggio che si affianca ai groove di benessere. Proprio come il paesaggio sonoro del 1978. José James considera il 1978 come un anno di grande importanza per la musica: per lui quell'anno è stato "un incontro e una fusione di stili, soul, R&B, funk, rock, disco e jazz che si mescolavano liberamente sulle onde radio e sulle piste da ballo". Aggiunge: "È stato anche un anno in cui la musica proveniente da altri lidi - il reggae e la musica africana - ha fatto importanti incursioni nella scena americana, e un modo completamente nuovo di fare musica, fresco dalle strade del Bronx, stava appena iniziando a essere ascoltato, l'hip-hop era il suo nome". Il 1978 è stato anche l'anno di nascita del nostro uomo!
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